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Gigi Lupoli: mestiere Numero Uno!

Ciao Gigi, raccontaci un po’ delle squadre, anzi dei ragazzi che segui.

Essendo il coordinatore dell'area portieri del San Zeno, cerco di seguire con il nostro staff tutti i Numeri Uno granata. Non ti nascondo che cerco di seguire più da vicino i portieri della leva 2007, ma li osservo tutti nello svolgimento del ruolo più affascinante del calcio.

Il mio impegno settimanale è di 3 sere per gli allenamenti e la domenica con i 3 portieri della Prima Squadra che curo direttamente.

La tua storia calcistica dove inizia? Come arrivi ad allenare?

Inizia tutto nella lontana Puglia e più precisamente da Taranto, città dove sono nato ed ho mossi i miei primi passi all'età di 6 anni: il mio unico pensiero era fare gol ed esultare, ma piano piano arretrai sempre più la mia zona di campo utile ...

A 10 anni sono entrato nel settore giovanile del Taranto FC (allora era in serie B e Giampaolo Spagnulo era il portiere della prima squadra): la domenica andavo a fare il raccattapalle allo stadio, mi piazzavo sempre dietro la porta e restavo incantato dal numero 1 rossoblu.

Un paio d'anni dopo, durante una partita di campionato contro il Lecce, il nostro portiere si fa male; stiamo vincendo 1-0 ma mancano 15 minuti, i cambi sono finiti … chi va in porta? Dopo qualche sguardo perso tra di noi, chiamo il mister e urlo: ”vado io!!” Che dire, sono stati i 15 minuti più lunghi della mia vita: sfodero due parate importanti che ancora oggi mi chiedo come sia stato possibile! L'anno successivo sono un vero portiere, ma devo abbandonare Taranto perché la mia famiglia per motivi di lavoro si trasferisce in provincia di Verona e devo ricominciare tutto da capo.

Riparto dal settore giovanile del Gabetti Valeggio e gioco 18 stagioni di calcio dilettante tra Verona, Mantova e Vicenza fino a 36 anni.

Con la maturità, negli ultimi due anni avevo iniziato a leggere e studiare libri e video di preparatori importanti per capire sempre più a fondo il ruolo del portiere, non solo dal punto di vista del giocatore in campo, ma anche da quello tecnico.

Nel Giugno del 2019 ho conseguito l'abilitazione UEFA come preparatore dei portieri e in futuro vorrei chissà arrivare al Master a Coverciano.

Come stai vivendo questo periodo?

Con estrema responsabilità, nei giorni di lockdown sono rimasto sempre a casa (uscivo una volta alla settimana per fare spesa) e solo da qualche giorno sono rientrato in ufficio con le dovute attenzioni e distanze di sicurezza. Spero con tutto il cuore che si possa tornare presto alla normalità: sicuramente questa esperienza surreale mi ha segnato molto e mi ha dato modo di riflettere su tanti aspetti prioritari della vita. La salute prima di tutto!!

Ti mancano i tuoi ragazzi?

Mi mancano tutti dal primo all'ultimo! In questi momenti ti rendi conto che ti manca la quotidianità, le relazioni umane con i ragazzi, gli allenatori e lo staff. Per fortuna ho avuto molto tempo da dedicare a mia moglie Francesca e mia figlia Carlotta.

Vi sentite?

Con qualcuno via WhatsApp (Uazzap per i più giovani n.d.r.) o semplici messaggi. In verità, non amo i messaggi e prediligo la vecchia telefonata di una volta.

Cosa ti manca di più? La partita o ti mancano di più gli allenamenti?

Bella domanda, mi manca molto IL CAMPO. Preparare gli allenamenti, scherzare con i ragazzi, insegnare qualcosa di nuovo o perfezionare la tecnica e la loro preparazione. Mi manca tanto anche la partita dove puoi vedere i progressi o il comportamento dei nostri portieri in situazione di gara.

Come sei arrivato a San Zeno?

E’ stato Enrico Conterno a chiamarmi 2 anni fa chiedendomi direttamente se volevo far parte del settore giovanile granata come preparatore dei portieri; ci siamo incontrati e mi ha colpito molto la sua persona, l'organizzazione e il progetto societario. Insieme abbiamo cominciato a costruire le basi e l'anno successivo ho ricevuto la chiamata di Marian Ionita (DS della Prima Squadra) che mi ha dato l'opportunità di allargare a 360° la mia collaborazione con il San Zeno.

Il mio Grazie va ad Enrico, persona eccezionale e sempre disponibile nei confronti del sottoscritto, nonché a tutte le persone eccezionali della famiglia granata.

A chi si ispira il tuo credo calcistico?

Non mi ispira a qualcuno in particolare, ma prendo spunto da tutto quello che fa parte della disciplina del Ruolo del Portiere: le dinamiche che ruotano intorno al lavoro quotidiano, la programmazione, l’esecuzione per fare crescere al meglio a livello tecnico i ragazzi che intendono difendere qui tre magnifici legni.

Ma qual è il tuo progetto, la tua idea di calcio giovanile?

Il mio progetto coincide con quello del San Zeno: creare un vero e proprio movimento o Academy specifica dedicata al ruolo del portiere. In questi due anni devo dire grazie a tutte le persone che insieme a me hanno reso possibile questo. Nicola Basso mi ha affiancato e aiutato fin dal primo anno, l'anno successivo si sono aggiunti 3 valide figure come Marco Mascellani, Alessio Cantone e Paolo Pani (per la scuola Calcio). A loro va il mio più sincero ringraziamento per la disponibilità. Siamo un team di 5 Numeri Uno che si dedicano al massimo per cercare di creare una scuola portieri tutta garnata.

La ciliegina sulla torta è il costante rapporto che in questi anni si è venuto a creare con lo staff tecnico del Torino FC. Infatti in questi 2 mesi di quarantena per ben 2 volte la settimana ci siamo visti in videoconferenza con Mr. Stefano Borla - responsabile area portieri Torino FC - che mi ha supportato moltissimo in questa fase di programmazione e aggiornamento. Un grande onore per il sottoscritto!

Il futuro del calcio come lo vedi?

Il calcio giocato per me è stato divertimento, sicuramente la parte agonistica è importante, ma spesso vedo cose che non hanno niente a che fare con lo sport. Siamo dilettanti e dobbiamo imparare ad essere altruisti e corretti sia dentro che fuori dal campo. Solo così possiamo pensare di formare dei ragazzi che abbiano ben in mente cosa significa il rispetto delle regole, del compagno e il sacrificio per ottenere dei risultati.

Chiudiamo con un tuo personale augurio ti va?

Certo! Saluto con tutto il cuore tutta la famiglia San Zeno: dai ragazzi dalla scuola calcio alla prima squadra. Un grande abbraccio a tutti i colleghi Mister e agli Istruttori, motore fondamentale, ed a tutti i dirigenti, cuore pulsante della storica società della Busa

Vi Voglio Bene!

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