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Un ex-granata alle prese con i nostri Esordienti 2008

Due chiacchiere con Michele Bazzoni, allenatore dei nostri U12 [2008]

Ciao Mister, come stai vivendo questo periodo?

Innanzitutto un Saluto a tutto il Sodalizio Granata! Purtroppo possiamo benissimo dire che ci troviamo in un vero e proprio periodo di sopravvivenza... E' difficile per tutti noi "pallonari" stare senza calcio anche solo una giornata di campionato, figuriamoci per tutto questo tempo... In questi giorni l'azienda per cui lavoro (sono impiegato amministrativo presso una azienda di Villafranca) è aperta, ma essendo il lavoro quello che è in ufficio ci stiamo turnando. In casa cerco di riempire il tempo passando dalle faccende domestiche alla lettura di qualche notizia al pc o al cellulare, dalla ciclette alla tv etc. Come tutti quindi cerco di tenermi occupato per far passare il tempo, non può essere diversamente in questa trincea!

Ti mancano i tuoi ragazzi?

Certo che i miei esordienti 2008 mi mancano! E' un vero peccato aver dovuto interrompere il lavoro che stavamo facendo: ore e ore passate sul campo per poi doversi fermare proprio sul più bello. Io, Mirko (Corsini, il secondo allenatore) e Giuseppe (Cavattoni, il nostro efficientissimo accompagnatore) eravamo piuttosto soddisfatti: tutti i ragazzi stavano migliorando, eravamo in linea con il programma prefissato ed eravamo prossimi a trovare a tutti la giusta collocazione in campo. In questa seconda fase di campionato avremmo dovuto disputare partite belle toste dopo aver superato un girone autunnale "di ferro" contro compagini come Virtus, Team Santa Lucia e Alba. In primavera poi ci aspettavano alcuni tornei molto stimolanti, ma non entro nello specifico perché solo a pensarci mi rode il fegato...

Vi sentite?

Più che altro li sento con WhatsApp attraverso i genitori (quindi in maniera indiretta); essendo venuto meno il nostro strumento di dialogo principale (se serve che lo dica...è il calcio) ciò risulta difficile anche perchè sono ancora piccoli! 

Cosa ti manca di più? La partita o gli allenamenti?

Quello che mi manca di più è allenare, la gara del sabato non è altro che lo specchio di ciò che viene svolto in settimana. Più che altro considero le partite uno strumento dal quale prendere spunti per costruire (almeno in parte) le sedute. E' qui infatti che sento di crescere e migliorare insieme ai miei ragazzi.

-       Raccontaci quando hai iniziato a giocare a calcio e la tua storia calcistica?

Ho iniziato a tirare i primi calci al pallone nella squadra di pulcini del mio paese (San Lorenzo di Pescantina); poi nei giovanissimi sono passato al San Zeno nel quale ho trascorso 7 anni circa. Da qui ho iniziato a girovagare in un pò di squadre (Sommacampagna, Rivoli, Pescantina, Cavaion, Real Lugagnano, Team San Lorenzo, Ausonia) sempre tra prima e terza categoria vincendo anche qualche campionato.      

Come sei arrivato a San Zeno?

Beh a San Zeno sono arrivato come giocatore nella categoria giovanissimi regionali sperimentali (anno 1997 mi pare): eravamo l'unica squadra veronese insieme all'Hellas a disputare quel campionato nel quale ben figurammo arrivando appena dietro alle squadre professionistiche. Ricordo che l'estate precedente il Presidentissimo Gianfranco Casale mi fece una corte serrata, con tanto di appostamenti per il paese! La cosa mi fece ovviamente piacere e, sebbene fossi un po' titubante, accettai la sfida...e non me ne pentii. In quegli anni fui allenato da bravi allenatori (Beverari, Riccardi, Urbani, Filippi) dai quali imparai molto; appena arrivato in prima squarda nella stagione 2001-2002 vinsi sia il Campionato  che la Coppa Veneto di Seconda Categoria insieme all'attuale Capitano Riccardo De Pizzol e l'allora Capitano (l'attuale D.S.) Marian Ionita. La mia esperienza granata terminò un paio di anni più tardi ma, per una serie di coincidenze, iniziò un nuovo corso nel 2015 come allenatore. Ed ora eccomi di nuovo qui: l’obiettivo è sicuramente quello di dare il mio contributo per riportare il settore giovanile di questa gloriosa società ai vertici del calcio veronese (dove deve stare!).

A chi si ispira il tuo credo calcistico?

Beh ci sono tanti bravi allenatori nel calcio professionistico e da ognuno di loro penso ci sia qualcosa da apprendere. Quello però che considero maggiormente un modello da seguire è l'allenatore del Liverpool, Jurgen Klopp. Trattasi a mio parere di un mister che sa trasmettere concetti che considero basilari, come l'intensità di gioco e la voglia di giocarsi sempre la partita a viso aperto. Certo per farlo occorrono i giusti interpreti in campo però i suoi giocatori hanno una cosa che li contraddistingue: si divertono e, come dice sempre mio papà, questo paga sempre... 

Ma qual è il tuo progetto, la tua idea di calcio giovanile?

La mia idea di calcio giovanile trova molti punti di incontro con la società nella quale mi trovo ora. Qui al San Zeno infatti siamo supportati non solo dalla stessa società, ma anche dal Torino F.C. e per un allenatore che vuole migliorare è tanta roba. Non sono molte in giro le società che puntano sulla formazione dei mister del settore giovanile: molti ragazzi rischiano così di arrivare impreparati nel calcio dei grandi non essendo stati istruiti adeguatamente nei primi anni del loro percorso.

Il futuro del calcio come lo vedi?

E' difficile rispondere... Prima di tutto spero che al più presto si possa tornare a stringersi la mano e a parlarsi senza mascherine! Se non altro questo stop forzato darà a tutti la possibilità di pensare a quello che è funzionato e a quello che invece necessita di un miglioramento favorendo magari lo sviluppo di nuove idee.

Chiudiamo con un tuo personale augurio, ti va??

Certo! Dico a tutti i giocatori, gli allenatori, i genitori, i dirigenti, i parenti e i simpatizzanti del San Zeno di tenere duro, anche se è difficile… Appena torneremo alla normalità avremo modo di recuperare il tempo perso e riprendere il nostro cammino di crescita; prima però sarà d'obbligo organizzare un mega festone in Busa!

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